La rinascita italiana

Se il league italiano rimase sostanzialmente fermo per decenni (eccezion fatta per chi aveva il coraggio e la voglia di partire per l’Inghilterra e tentare lì la strada del professionismo), non smise di crescere dall’altra del mondo: gli australiani, ormai superiori a Inghilterra e Nuova Zelanda nei test internazionali e più volte campioni iridati, godevano ormai di un movimento di altissimo profilo e di una passione diffusa in ogni dove a ovest della Barassi Line: una nazionale Green and Gold competitiva e spesso e volentieri in tournée nell’Europa nord-occidentale a fine stagione, club radicati territorialmente soprattutto a Sydney e nei suoi sobborghi.

E proprio dall’Australia e dalla voglia di onorare le proprie radici familiari italiane arrivò la riscossa del rugby league italiano, con l’iniziativa dei giocatori Mick Pezzano e John Benigni e la formazione di un nuovo nucleo di azzurri (sia domestici che di base nell’Emisfero Sud). La loro intraprendenza portò all’invito al Rugby League World Sevens (1995 e 1997) e le prime vittorie.

Racconta Stefano Sarghini, in una testimonianza che dà l’idea dell’unione tra due mondi, uno integrato nell’altro:

 

Il primo contatto con il rugby league e il suo mondo l’ho avuto a San Benedetto nel 1989: in quel periodo John Benigni, ex giocatore italo-australiano di rugby League, giocava nella squadra locale nel campionato di serie C1 FIR di cui anche io facevo parte. In allenamento spesso lui ci proponeva il rugby league per migliorare sia le nostre capacità difensive che le fasi di attacco. Fu in quel frangente che presi contatto con questa versione del rugby e ne rimasi affascinato. Anche il ns. coach Inglese Andrew Jepson era favorevole ad usare in allenamento tecniche di rugby League tanto che adottiamo un “chiamata” di gioco detta appunto “Rugby League”: era la parola d’ordine per placcare fino alla morte!

La prima vera opportunità di giocare in un torneo di rugby League si presentò nel 1995: in quell’anno ero in Irlanda del Nord per i 10 mesi del progetto Erasmus presso l’University of Ulster. Giocavo sia per la squadra universitaria che per il North of Ireland Cricket Camp; Football Club. Nel Natale del 1994, durante il rientro in Italia per le feste natalizie, John era lì per selezionare un team italiano per partecipare al World League Tournament che si doveva tenere a breve nel febbraio1995: fui selezionato insieme ad altri giocatori del Rugby Club San Benedetto e dei fratelli Franchini che  ebbi il piacere di conoscere in quella magnifica esperienza.

Nel torneo del 1995, dopo il ko all’esordio col Sudafrica al Coca Cola World Sevens (Sydney Football Stadium), ecco la sfida al Marocco. Da situazione di equilibrio sul 10-10, la svolta: un’azione corale avviata dal five eight Nicola Perna, passata per Franco Spaletra e Giovanni Palestini. Suo il passaggio per il tre quarti Stefano Sarghini, che con una corsa di 50 metri darà all’Italia una meta e una vittoria stupende.

La formazione di quell’indimenticabile Italia-Marocco:

 

Nicola Perna, Franco Spaletra, Simone Franchini, Tiziano Franchini, Orazio D’Arro (capitano), Stefano Sarghini, Guiseppe Perri, Giovanni Palestini, Stefano Ciaschini, Arturo Pignotti. Coach: Mick Pezzano, Trainer: John Benigni

 

Prestigiosa poi la partecipazione al Super League World Nines del 1996 1 a Suva (Isole Figi): in cui parteciparono oltre gli azzurri: Nuova Zelanda, Australia, Inghilterra, PNG, Francia, Scozia, Galles, Irlanda, Figi, Samoa Occidentali, Tonga, Marocco, Giappone, USA e Isole Cook.

In campo: Dean Schifilliti, Luke Davico (pilone dei Canberra Raiders), Mark Corvo, Orazio Arancio (nazionale ‘dual code’), Stefano Sarghini, Franco Spaletra, Patrick Trimboli, John Benigni e altri.

Memorabili, almanacchi alla mano, la vittoria di nuovo sul Marocco e un’onorevole sconfitta con i fortissimi inglesi (tra cui Paul Broadbent che diverrà poi Allenatore della Nazionale Italiana dal 2012—2016) (0-4). Il 1997 fu l’anno della seconda partecipazione ai Nines (Craig Salvatori guidò la spedizione).